Una vacanza in Spagna è una vera festa del gusto: gli spagnoli amano mangiare bene e il cibo ha un ruolo di primo piano nella vita sociale. La cucina spagnola è ricchissima e variegata: ogni regione ha una sua tradizione enogastronomica, con specialità tipiche della zona, preparate con freschissimi ingredienti locali.
Questa tradizione gastronomica millenaria affonda le sue radici nella fusione di culture diverse: l’eredità romana con il suo culto dell’olio d’oliva, l’influenza araba con le sue spezie e tecniche di irrigazione che hanno rivoluzionato l’agricoltura, e il contributo del Nuovo Mondo che ha portato ingredienti fondamentali come pomodori e patate. Oggi, questa ricca eredità si manifesta in una cucina che sa essere allo stesso tempo profondamente tradizionale e sorprendentemente innovativa.
Dal pescado frito delle coste mediterranee ai sostanziosi cocidos dell’entroterra, dalla paella valenciana alla raffinata cucina basca, la Spagna offre un panorama gastronomico di straordinaria ricchezza. La filosofia culinaria spagnola si basa sul rispetto quasi reverenziale per gli ingredienti di stagione e sulla convivialità del pasto condiviso, elementi che trovano la loro massima espressione nella cultura delle tapas. Non si tratta solo di cibo, ma di un vero e proprio stile di vita che privilegia la socialità e il piacere di mangiare insieme.
Ecco la nostra guida a cosa mangiare in Spagna. Attenzione però: dobbiamo avvisarvi che la lettura di questa guida vi farà venire l’acquolina in bocca!
Le tapas rappresentano l’essenza stessa della socialità spagnola, un fenomeno culturale che transcende il semplice atto del mangiare per diventare una vera e propria forma d’arte sociale. La loro storia è avvolta in un affascinante mix di leggenda e tradizione: si narra che il termine derivi dall’antica usanza di coprire (“tapar”) i bicchieri di vino con fette di pane o prosciutto per proteggerli dalla polvere e dagli insetti. Secondo un’altra versione, fu il re Alfonso X il Saggio a decretare che nelle taverne il vino dovesse essere sempre servito accompagnato da piccole porzioni di cibo, per evitare che gli avventori si ubriacassero troppo velocemente.
Oggi, il tapeo (l’arte di andare di bar in bar mangiando tapas) è diventato un rituale sociale che scandisce le serate spagnole. Nelle vivaci strade di Madrid, i quartieri di La Latina e Chueca pullulano di locali dove le tapas tradizionali vengono reinventate con tocchi creativi. Le patatas bravas con la loro salsa piccante, i pimientos de padrón (piccoli peperoni verdi fritti), e le croquetas de jamón rappresentano solo l’inizio di un’avventura gastronomica che può durare ore.
Nell’Andalusia, terra di tradizioni millenarie, le tapas assumono un carattere più austero ma non meno raffinato. Nei bar di Siviglia, il jamón ibérico de bellota viene tagliato a mano con la precisione di un chirurgo, mentre a Granada mantengono viva l’antica tradizione di servire una tapa gratuita con ogni bevanda ordinata. Le gambas al ajillo (gamberi all’aglio) di Cadice e il pescaíto frito (pesce fritto) di Málaga sono esempi perfetti di come ingredienti semplici possano trasformarsi in piccoli capolavori gastronomici.
Nel País Vasco, la cultura delle tapas raggiunge il suo apice evolutivo con i pintxos. A San Sebastián, considerata da molti la capitale gastronomica della Spagna, i banconi dei bar della Parte Vieja si trasformano in vetrine di alta cucina in miniatura. Qui, gli chef competono in creatività, trasformando ogni pintxo in una piccola opera d’arte culinaria: dalla tradizionale Gilda (un pintxo che combina acciuga, oliva e peperoncino) alle creazioni più innovative che incorporano tecniche di cucina molecolare. La tortilla de bacalao del Bar Nestor e il carrillera de ternera (guancia di manzo brasata) del La Cuchara de San Telmo sono diventati veri e propri pellegrinaggi gastronomici.
A Barcellona, il concetto di tapas si fonde con la modernità catalana. Nei locali del Born e del Raval, le tapas tradizionali vengono reinterpretate con un tocco di avanguardia: il pa amb tomàquet diventa la base per creazioni innovative, mentre il montadito de butifarra celebra la tradizione salumiera catalana. Gli huevos rotos con chistorra e le bombas (polpette di patate ripiene piccanti) sono diventati simboli della scena gastronomica barcellonese.
L’evoluzione delle tapas riflette perfettamente la trasformazione della cucina spagnola nel suo complesso: profondamente radicata nella tradizione ma sempre pronta a innovare, rispettosa degli ingredienti ma aperta alla sperimentazione. Che si tratti di un umile boquerón en vinagre (acciuga marinata) o di una sofisticata creazione moderna, le tapas rimangono il modo più autentico per esplorare l’anima gastronomica della Spagna, un boccone alla volta.
Nel vasto panorama della gastronomia spagnola, alcuni piatti si distinguono come vere e proprie icone culinarie, testimoni di una tradizione secolare che continua a incantare i palati più esigenti. Tra questi, la paella valenciana occupa un posto d’onore: nata nelle campagne di Valencia, è molto più di un semplice piatto di riso. La versione autentica, preparata con pollo, coniglio, lumache, fagiolini e carroffa, racconta una storia di sapori contadini elevati ad arte. È un rituale domenicale che riunisce le famiglie intorno al tavolo all’ora di pranzo – mai a cena, come vorrebbero i ristoranti turistici – e il cui profumo di zafferano e rosmarino è diventato il simbolo stesso della convivialità spagnola.
Quando il sole di mezzogiorno picchia sulle strade dell’Andalusia, il gazpacho diventa un vero salvavita. Questa zuppa fredda, nata dalla saggezza popolare, trasforma pomodori maturi, peperoni, cetrioli e aglio in un elisir rinfrescante che racchiude tutti i sapori dell’orto mediterraneo. Il suo cugino più corposo, il salmorejo cordobés, arricchito con uovo sodo e scaglie di jamón, rappresenta l’evoluzione golosa di questa tradizione, un comfort food che ha conquistato l’intera penisola.
La tortilla española è forse il piatto che meglio incarna l’anima della cucina casalinga spagnola. Questa frittata di patate e cipolle, apparentemente semplice, nasconde un mondo di tecniche e preferenze che dividono gli spagnoli: c’è chi la vuole “jugosa”, con il cuore cremoso che cola quasi sul piatto, e chi la preferisce ben cotta, con una consistenza più compatta. Ogni famiglia ha la sua ricetta segreta, tramandata di generazione in generazione, e ogni bar si vanta di servire la migliore della città.
Il jamón ibérico de bellota rappresenta l’apice dell’arte salumiera spagnola. Prodotto dai pregiati maiali neri iberici, allevati in libertà e alimentati principalmente con ghiande nelle dehesas dell’entroterra, questo prosciutto richiede una stagionatura fino a 48 mesi per sviluppare il suo caratteristico sapore complesso e avvolgente. Vederlo tagliare a mano da un maestro jamonero è uno spettacolo che trasforma la degustazione in un’esperienza quasi mistica.
Nei mesi più freddi, la fabada asturiana riscalda corpo e anima dei commensali nelle Asturie. Questo opulento stufato di fagioli bianchi, arricchito con diverse preparazioni di maiale – dal chorizo piccante alla morcilla speziata, passando per la pancetta affumicata – è l’emblema della cucina sostanziosa del nord della Spagna. Allo stesso modo, il cocido madrileño rappresenta l’orgoglio gastronomico della capitale: servito tradizionalmente in tre “vuelcos” (portate), trasforma il pranzo in un rituale che può durare ore, dove il brodo con pasta precede i ceci con verdure, culminando con le carni che hanno ceduto il loro sapore al tutto.
Dal mare arrivano piatti di straordinaria personalità, come i calamares en su tinta, dove il nero di seppia non è solo un colore drammatico ma un elemento che conferisce al piatto un sapore intenso e marino, perfettamente bilanciato. E per chi cerca l’essenza della semplicità spagnola, gli huevos rotos rappresentano la perfetta sintesi: uova fritte servite su un letto di patate croccanti e “rotte” al momento di servire, spesso arricchite con fette di jamón o chorizo. Un piatto semplice ma che racchiude tutto il calore della cucina casalinga spagnola.
La cucina spagnola è ricchissima e variegata: ogni regione ha una sua tradizione enogastronomica, con specialità tipiche della zona, preparate con freschissimi ingredienti locali.
La Galizia, nell’angolo nord-occidentale della Spagna, è il paradiso dei frutti di mare. Il pulpo a la gallega (polpo alla galiziana) è l’emblema della regione: tenero polpo bollito, condito con olio d’oliva, paprika e sale grosso, servito su un tradizionale piatto di legno. Le vieiras (capesante) alla griglia, spesso servite nel loro guscio con una soffice base di purè di patate, sono un altro piatto iconico.
I percebes (cirripedi) sono considerati una vera prelibatezza: questi crostacei dalla forma particolare vengono raccolti a mano dagli scogli battuti dalle onde dell’Atlantico, il che ne giustifica il prezzo elevato. Non perdete l’occasione di assaggiare il marisco locale nei vivaci ristoranti di Santiago de Compostela o nei porti di Vigo e A Coruña.
La Galizia è anche terra di eccellenti carni bovine. Il caldo gallego, una sostanziosa zuppa a base di verdure, fagioli e carne di maiale, è il comfort food perfetto durante i giorni piovosi tipici della regione.
I Paesi Baschi rappresentano l’epicentro della gastronomia spagnola moderna. San Sebastián, con la sua straordinaria concentrazione di ristoranti stellati Michelin, è considerata una delle capitali gastronomiche mondiali. Nei ristoranti tradizionali, il bacalao al pil-pil è un must: merluzzo preparato in una salsa emulsionata di olio d’oliva e aglio che richiede una tecnica precisa di preparazione.
La txuleta, una costata di manzo stagionato alla brace, è un altro piatto simbolo della regione, servita spesso nei tipici asadores. Il marmitako, stufato di tonno con patate e peperoni, testimonia l’eredità marinara dei Paesi Baschi.
La Catalogna vanta una delle tradizioni culinarie più sofisticate della Spagna. Il concetto di mar i muntanya (mare e montagna) è centrale: piatti come il pollo con gamberi o il coniglio con lumache rappresentano perfettamente questa filosofia che unisce ingredienti terrestri e marini.
L’escudella i carn d’olla è il piatto tradizionale catalano per eccellenza: una zuppa elaborata servita in due portate, prima il brodo con la pasta e poi le carni e le verdure utilizzate per la preparazione. Il suquet de peix, uno stufato di pesce tipico della Costa Brava, rappresenta invece la tradizione marinara.
L’Andalusia è la culla di molti piatti diventati simbolo della cucina spagnola. Il gazpacho e il suo cugino più denso, il salmorejo, sono le zuppe fredde che hanno conquistato il mondo. La provincia di Jaén produce alcuni dei migliori oli d’oliva al mondo, mentre Jerez è famosa per i suoi vini fortificati e per il pescaíto frito, un mix di pesce fritto croccante che ha influenzato la cucina di tutto il Mediterraneo.
Le gambas al ajillo (gamberi all’aglio) di Cadice e il rabo de toro (coda di toro) di Córdoba sono altri piatti rappresentativi della regione. La costa malagueña è famosa per gli espetos, sardine grigliate su canne di bambù direttamente sulla spiaggia.
Sebbene la paella valenciana sia il piatto più famoso della regione, la cucina valenciana offre molto di più. L’arroz a banda (riso al pesce), l’arroz negro (riso al nero di seppia) e la fideuà (simile alla paella ma preparata con pasta corta) sono altre specialità imperdibili.
Valencia è anche la patria dell’horchata, bevanda rinfrescante a base di chufa (tuberi di cipero), tradizionalmente accompagnata dai fartons, dolci panini glassati. La regione è famosa anche per le sue arance, utilizzate in numerose preparazioni dolci e salate.
Le due Castiglie rappresentano l’anima della cucina tradizionale spagnola. A Segovia, il cochinillo asado (maialino da latte arrosto) è così tenero che viene tradizionalmente tagliato con il bordo di un piatto. Il lechazo (agnello da latte) della Castiglia e León è altrettanto rinomato.
La sopa castellana (zuppa all’aglio con uovo in camicia e prosciutto) e il cocido madrileño (stufato di ceci con carni e verdure) sono piatti sostanziosi che riflettono la tradizione pastorale della regione. Burgos è famosa per il suo formaggio fresco, mentre Ávila è rinomata per le sue carni bovine di alta qualità.
La pasticceria spagnola è un affascinante viaggio attraverso secoli di storia e tradizioni, dove l’influenza araba con il suo amore per la frutta secca e il miele si fonde con le ricette conventuali cattoliche ricche di uova e zucchero.
Il mondo dei dolci spagnoli è ricco e variegato, con specialità che cambiano da regione a regione e in base alle festività. I churros con chocolate sono un’istituzione nazionale: bastoncini di pasta fritta da intingere nella cioccolata calda densa, perfetti per colazione o come spuntino notturno. I più golosi non possono perdere i porras, versione più spessa e soffice dei churros.
La crema catalana, cugina del crème brûlée francese, si distingue per l’aggiunta di scorza di agrumi e cannella, con una crosta di zucchero caramellato che si rompe al tocco del cucchiaino.
Le ensaimadas di Maiorca sono brioche a spirale leggerissime, disponibili sia semplici che farcite. A Santiago de Compostela, la tarta de Santiago con mandorle e decorata con la caratteristica croce è un must assoluto.
I piononos di Santa Fe (Granada) sono deliziosi rotolini di pan di Spagna imbevuti di sciroppo e coronati da crema tostata, mentre i xuxos catalani sono sfogliatine fritte ripiene di crema.
Durante il periodo natalizio, il turrón regna sovrano nelle case spagnole. Questo torrone viene prodotto in numerose varietà, dalle classiche Jijona (morbido) e Alicante (duro) a versioni moderne con cioccolato o frutti secchi.
In primavera, specialmente durante la Settimana Santa, le torrijas (simili al french toast) profumano le pasticcerie: fette di pane in ammollo nel latte o vino, fritte e condite con miele e cannella.
La Spagna ha una ricca tradizione di dulces conventuales, dolci prodotti nei conventi secondo ricette secolari. Le yemas de Santa Teresa di Ávila (dolcetti a base di tuorlo d’uovo), i mantecados e i polvorones sono esempi perfetti di questa tradizione.
La nuova pasticceria spagnola, influenzata dai grandi chef pasticceri come Jordi Roca, sta reinventando i dolci tradizionali. Il chocolate con aceite y sal (cioccolato con olio d’oliva e sale) è diventato un nuovo classico contemporaneo.
Nel caldo estivo spagnolo, il turrón ice cream è un must, così come il horchata granizado. La leche merengada, una bevanda-dessert a base di latte, cannella e meringa, è perfetta per rinfrescarsi.
La cultura enologica e delle bevande spagnole è tanto ricca quanto la sua gastronomia. Dalle prestigiose regioni vinicole che producono alcuni dei migliori vini del mondo alle rinfrescanti bevande estive che hanno conquistato il palato internazionale, ogni sorso racconta una storia di territorio, tradizione e innovazione.
La Spagna è un autentico paradiso per gli amanti del vino, con una tradizione vinicola millenaria che si esprime attraverso 70 denominazioni d’origine controllata (D.O.) e alcune delle regioni vinicole più prestigiose al mondo. La varietà di terroir, climi e vitigni autoctoni crea un panorama enologico di straordinaria ricchezza.
La Rioja, regina indiscussa del vino spagnolo, produce alcuni dei migliori rossi al mondo. I suoi vini, basati principalmente sul vitigno Tempranillo, sono classificati in base all’invecchiamento: il Crianza (minimo due anni, di cui uno in botte), il Reserva (tre anni, di cui uno in botte) e il prestigioso Gran Reserva (minimo cinque anni, di cui due in botte). Le note di vaniglia e spezie, dovute all’invecchiamento in botti di rovere americano, sono la firma distintiva di questi vini eleganti.
La regione di Ribera del Duero, grande rivale della Rioja, produce vini rossi potenti e strutturati, sempre da uve Tempranillo (qui chiamato Tinto Fino). Il clima continentale estremo, con grandi escursioni termiche, conferisce ai vini una concentrazione e una complessità uniche.
In Catalogna, il Priorat si è guadagnato una reputazione internazionale per i suoi vini intensi e minerali, prodotti da vigne vecchissime di Garnacha e Cariñena su terreni di ardesia. Nella stessa regione, il cava catalano, prodotto principalmente nelle zone del Penedès, rappresenta l’eccellenza spagnola nelle bollicine. Realizzato con il metodo champenoise e utilizzando vitigni autoctoni come Xarel·lo, Macabeo e Parellada, può rivaleggiare con i migliori spumanti del mondo.
Lo Jerez (Sherry) dell’Andalusia è un mondo a sé. Questi vini fortificati, prodotti con un sistema di invecchiamento unico chiamato “solera”, offrono una gamma incredibile di stili: dal secchissimo Fino al Manzanilla, dal complesso Amontillado al dolce Pedro Ximénez. Tradizionalmente servito come aperitivo o digestivo, lo Jerez sta vivendo una riscoperta grazie alla sua versatilità negli abbinamenti gastronomici.
La Rías Baixas in Galizia è il regno dell’Albariño, un bianco aromatico e minerale perfetto con i frutti di mare della regione. Mentre la regione di Rueda si è specializzata nel vitigno Verdejo, producendo bianchi freschi e profumati che sono diventati i più popolari di Spagna.
La cerveza è una presenza costante nei bar spagnoli, servita sempre freschissima e in diversi formati caratteristici. La caña, il formato più popolare, è un piccolo bicchiere di birra alla spina (200ml) che garantisce che la birra rimanga sempre fredda e vivace fino all’ultimo sorso. Il doble è la versione più grande della caña (330ml), mentre il tanque è un boccale da mezzo litro, più comune nelle birrerie.
Gli spagnoli hanno sviluppato un vero e proprio culto per la temperatura e la spillatura della birra: il tirador (il responsabile della spillatura) deve creare la giusta quantità di schiuma, detta collarín, che protegge la birra dall’ossidazione e ne mantiene la freschezza. Nelle calde serate estive, è comune trovare i botellín (bottigliette da 200ml) serviti in bicchieri ghiacciati o i tercio (bottiglia da 330ml).
Tra i marchi nazionali più popolari troviamo Mahou, Estrella Damm e San Miguel, ma negli ultimi anni sta emergendo una vivace scena di birre artigianali, specialmente a Madrid e Barcellona.
Un discorso a parte merita il sidro, bevanda poco conosciuta e poco apprezzata in Italia, che invece è la bevanda per eccellenza nelle regioni della Spagna settentrionale. Vi consigliamo vivamente di provarla se visitate i Paesi Baschi e soprattutto le Asturie, regione dove questo nettare di mele alcolico è amatissimo e viene servito con un rituale particolarissimo, quasi acrobatico, che merita di per sé una visita ai bar tradizionali.
La sangria è un must estivo, ma gli spagnoli preferiscono il tinto de verano (vino rosso con gassosa) per rinfrescarsi. La horchata valenciana, bevanda vegetale a base di chufa (tuberi di cipero), è una deliziosa alternativa analcolica.
Evitate i ristoranti turistici: cercate invece i locali frequentati dagli spagnoli. I ristoranti con menù tradotti in sei lingue e foto dei piatti in vetrina raramente offrono la migliore qualità. Seguite invece i locali e cercate i luoghi più animati e rumorosi – in Spagna, il rumore è spesso sinonimo di buon cibo e atmosfera autentica.
Rispettate gli orari dei pasti: mangiare fuori orario non solo significa trovare meno scelta, ma spesso anche qualità inferiore. Ricordate che il pranzo (14:00-16:00) è il pasto principale e molti dei migliori ristoranti sono aperti solo in queste ore. Per la cena, non presentatevi prima delle 20:30 – i locali migliori iniziano a riempirsi dopo le 21:00.
Imparate alcune frasi base in spagnolo: anche solo ordinare in spagnolo vi farà apprezzare di più dai locali. Un semplice “por favor”, “gracias” e “la cuenta, por favor” possono fare la differenza. Nelle regioni con lingue proprie come la Catalogna o i Paesi Baschi, anche solo il tentativo di usare qualche parola locale sarà molto apprezzato.
Siate aperti alla condivisione: la cucina spagnola è intrinsecamente sociale e fatta per essere condivisa. Non esitate a ordinare più piatti da condividere con il tavolo – è così che gli spagnoli mangiano e vi permetterà di assaggiare più specialità.
Tour dei mercati: I mercati spagnoli sono templi della gastronomia locale. Non perdete La Boquería a Barcellona, un tripudio di colori e sapori nel cuore della città vecchia, o il Mercado de San Miguel a Madrid, esempio perfetto di come i mercati tradizionali si siano evoluti in spazi gastronomici moderni.
Cooking class: Imparare a preparare la paella da uno chef locale non è solo un’esperienza culinaria, ma una vera immersione nella cultura spagnola. Molte scuole di cucina offrono anche la possibilità di visitare i mercati locali per scegliere gli ingredienti freschi.
Degustazione di vini: Le visite alle cantine della Rioja o di Jerez sono esperienze indimenticabili. Molte bodegas secolari offrono tour che combinano la storia del vino spagnolo con degustazioni professionali e abbinamenti gastronomici.
Tapas crawl: Partecipare a un tour guidato dei migliori bar de tapas è il modo perfetto per scoprire l’essenza della cultura gastronomica spagnola. Che sia a Madrid, San Sebastián o Siviglia, un esperto locale vi guiderà attraverso i migliori locali e vi spiegherà le specialità di ogni regione.